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Champagne: itinerari turistici da Épernay a Reims

Dici Champagne e pensi a una terra dove hanno accesso solo gli iniziati al culto delle bollicine: ville dai cancelli dorati in cui si entra solo su invito, ristoranti ai cui tavoli si stappano jeroboam a ciclo continuo. E invece, una volta arrivati, si scopre una regione molto diversa dalle aspettative, che si può godere anche se non si è esperti di champagne (e non si ha un budget illimitato). Le bollicine sono un piacere più democratico e accessibile di quello che si pensa, e la Champagne una terra di cui ci si innamora facilmente, complice la bellezza sobria delle campagne, il fascino medievale dei villaggi e i (numerosi) bicchieri con cui ci si trova a brindare quotidianamente.

Coteaux, Maisons et Caves de Champagne, che dal 2015 sono iscritti alla Lista del patrimonio mondiale UNESCO, costituiscono un paesaggio – umano e geografico – che varia notevolmente da zona in zona. Per il vostro primo viaggio in Champagne vi suggeriamo un itinerario breve ma fitto compreso tra le due città principali della regione, Reims ed Epernay: saltate in macchina e assicuratevi di avere abbastanza spazio nel bagagliaio per le bottiglie che riporterete indietro.

Prima Tappa: Épernay

La prima tappa obbligatoria è proprio Epernay, ufficialmente riconosciuta come Capitale du Champagne. È qui che, nel 1729, è stata fondata la prima maison, Ruinart, ed è sempre qui che, lungo l’elegante Avenue du Champagne (sotto la quale si snodano 110 chilometri di cantine), hanno sede alcune delle più celebri champagne houses, da Perrier Jouët a Bollinger a Moët & Chandon. A differenza di quanto si potrebbe pensare, quasi tutte sono aperte alle visite e riservano un’accoglienza calorosa anche ai neofiti. Noi ci siamo fermati da Veuve Cliquot: mantenendosi sulle esperienze economicamente abbordabili, a 40 euro fate un tour guidato delle cantine e della boutique e una degustazione della loro Cuvée Brut Yellow Label, con 50 assaggiate anche la celebre Grand Dame 2006.

Champagne Veuve Clicquot
13 rue Albert Thomas, Reims

Senza ricadere negli stereotipi che vogliono lo champagne come vino da aperitivo – vi basteranno pochi giorni qui per cambiare idea – è pur sempre vero che una degustazione aprono lo stomaco. A poca distanza da Epernay, in piena campagna, c’è La Briqueterie, Relais & Châteaux dove si respira l’atmosfera elegantemente opulenta che ci si aspetta da un ristorante francese di stampo classico.

Il menu –  Terrina di fagiano e foie grasSuprema di piccione ripieno di datteri con coscette canditeAnimelle saltate in burro e tartufo – conferma le aspettative. A pranzo c’è un menu a 40 euro bevande escluse, a cena si sale oltre i 100.

Hostellerie La Briqueterie
4 route de Sézanne, Vinay

Seconda Tappa: Chouilly 

Dall’anima di lusso delle champagne houses a quella agricola e artigianale dei vignerons. A una manciata di chilometri – Chouilly, piena Côte des Blancs, territorio votato alla coltivazione di Chardonnay – sorge l’azienda Vazart-Coquart. Nella bella casa di mattoni, di proprietà della famiglia dal 1865 – ma la maison nasce nel 1954 – si degustano champagne accompagnati dal proprietario Jean-Pierre Vazart. Un regalo perfetto da riportare a casa? Lo Special “foie gras” Blanc de Blancs Sec, un 100% Chardonnay dalla spiccata dolcezza che, come suggerisce il nome, è stato pensato proprio per accompagnare il fegato d’oca.

Champagne Vazart-Coquart
6 rue des Partelaines, Chouilly

Terza Tappa: Avize

Per cena ci si può dirigere da Anselme Selosse, un nome feticcio per gli appassionati di champagne. A Les Avisés, la dimora neoclassica che il produttore ha restaurato e che ospita dieci camere e un ristorante, è praticamente impossibile riuscire a fare una degustazione delle sue leggendarie bottiglie, ma ci si consola con la cucina dello chef Stéphane Rossillon, che propone piatti come Boudin blanc, patate dolci, fichi e castagne e una rassicurante tarte tatin di mele a conclusione del pasto.

Hôtel Restaurant Les Avisés
59 rue de Cramant, Avize

Quarta Tappa: Mailly

Siete entrati in una maison e conosciuto un vigneron: perché non completare la triade champenoise e scoprire una cooperativa? Mailly Grand Cru, nata nel 1929 nell’omonimo Grand Cru, merita una visita: fatevi guidare nelle crayerès di gesso, poi risalite nell’azienda, disegnata dall’architetto italiano Giovanni Pace, per una degustazione dei loro champagne.

Noi ci siamo innamorati de Les Èchansons, una Cuvée Millésimée (75% Pinot Noir, 25% Chardonnay) che bilancia perfettamente rotondità e freschezza, con intrigati note burrose. Curiosità: échanson era il titolo riservato al cortigiano che serviva il vino alla tavola del re e si prendeva cura delle cantine.

Champagne Mailly Grand Cru
28 rue de la libération, Mailly

Quinta Tappa: Reims

Le navate di Notre-Dame di Reims, una delle più splendide cattedrali gotiche in Europa, reggono una storia importantissima: è qui che furono incoronati tutti i re di Francia (una sola eccezione), dal 987 al 1825. E con cosa si poteva brindare se non con lo champagne, che diventà quindi noto come “Il vino dei re e il re dei vini”? Durante la Prima Guerra Mondiale la cattedrale subì danni gravissimi, e fu ristrutturata grazie alle sovvenzioni della famiglia Rockefeller ma anche ai contributi delle maison. E alla vendemmia è dedicata una delle splendide vetrate mosaicate.

Dopo un tour della cattedrale fermatevi a pranzo al vicino Café du Palais, dove l’atmosfera sembra essersi fermata al 1930, anno in cui il bistrot ha aperto. Si mangiano assiettes di salumi e formaggi locali, insalate miste e piatti semplici (le tagliatelle al foie gras faranno storcere più di un naso, ma vi assicuriamo che non sono affatto male). I dolci sono un capitolo a parte: burrosissimi crumble, profumate torte di mele e soprattutto l’Ile flottante aux biscuits roses de Reims, decadente e godereccia tanto nell’aspetto quanto all’assaggio. I biscuits roses sono una specialità tipica della città, nati per essere pucciati nello champagne: li trovate in vendita in quasi tutte le gastronomie, in scatole di latta di leziose sfumature rosate.

Café du Palais
14 place Myron-Herrick, Reims

In conclusione delle vostre prime giornate in Champagne potete fare il punto di ciò che avete imparato e, nel caso il bilancio sia negativo, lasciare che sia un faro a illuminarvi la via. In senso letterale: il faro di Vezernay, originariamente costruito dal produttore Joseph Goulet, ora ospita il Museo della Vigna. Non esattamente aggiornatissimo dal punto di vista tecnologico, ma didatticamente utile (e il tramonto visto da qui è straordinario).

Musée de la vigne
Phare de Verzenay

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(Credits: FineDiningLovers)

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