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Vitigni Autoctoni e Rari. Tesori Silenziosi d’Italia

La forza della diversità, o meglio, della biodiversità. Da un punto di vista vitivinicolo (e non solo) l’Italia è bella perché è davvero varia, con un numero di vitigni autoctoni che non ha eguali nel mondo. Uno dei più grandi propositi del mio blog è proprio orientato alla riscoperta e alla valorizzazione di questi vitigni, di quelli rari e quasi in via di estinzione, che sono dei veri e propri tesori nascosti e silenziosi.

Sono tutti vini che, seppur non siano noti per aver ottenuto punteggi mostruosi dalla critica, hanno tutti una dignità ed una storia da raccontare. Alcuni di loro così lontani e quasi nascosti possiamo anche definirli “eroici”, così come i loro vignaioli appassionati che riescono a strappare alle rocce, alle montagne o al mare piccoli appezzamenti di terreni che regalano vini davvero speciali, anche se in piccole quantità, ma di qualità eccellente.

Ricordiamoci che in Italia sono stati riconosciuti 560 vitigni differenti. Per fare capire il valore, il patrimonio, vitivinicolo che abbiamo, dobbiamo pensare per esempio che in Francia il 90% dei vini francesi è realizzato con sole 20 tipologie di uve. Negli Stati Uniti addirittura soltanto!

Questo percorso di (ri)scoperta riguarderà questi vitigni un po’ nascosti, magari non particolarmente prestigiosi ma comunque ricchi di fascino e cultura. Non solamente vitigni poco conosciuti ma anche rari e quasi in estinzione.

Non sono solo delle “curiosità turistiche” da assaggiare visitando i territori del vino: possono diventare un’opportunità di business ed un progetto economico che caratterizza le aziende più piccole. I vitigni autoctoni rari sono un patrimonio eccezionale di oltre 800 varietà ed interessano molto gli stranieri in quanto espressione più autentica della territorialità, oltretutto sempre più presenti nelle carte dell’alta ristorazione.

L’associazione “Le Donne del Vino” si è dedicata in favore dei vitigni rari e quasi estinti in occasione del Vinitaly 2017, compiendo una scelta significativa e coraggiosa con la presentazione di speciali degustazioni a super esperti provenienti da tutto il mondo, fra cui Master of Wine e Master Sommelier, dove i protagonisti erano le bottiglie realizzate proprio con quei vitigni per certi versi dimenticati.

La ricchezza ampelografica Italiana include vitigni con diverso potenziale enologico, che richiede un’importante operazione di tutela per valorizzare e mantenere intatto il nostro patrimonio vitivinicolo. A cominciare dalla degustazione di calici da “uve dimenticate”, dalla condivisione e dalla comunicazione del vino di questi piccoli tesori d’Italia.

L’Italia, da sempre, è custode di questi inestimabili tesori nascosti e silenziosi.

(Crediti: Associazione Nazionale Le Donne Del Vino)

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