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Il fascino senza tempo della Borgogna

Esiste una sola zona vitivinicola al mondo, e più specificamente una leggendaria collina vitata dal nome eloquente, che praticamente con solo soli due vitigni (Chardonnay e Pinot Nero) produce i vini tra i più grandi al mondo ed è la “terra promessa” degli appassionati di vino più esigenti.

Questa zona è la Borgogna, un fazzoletto di terra in Francia che dalla periferia di Digione scende per quasi 70 km, situata a circa 230 km da Parigi.
Non solo si tratta infatti della culla di vini tra i più grandi al mondo, ma è anche uno dei principali centri di cultura, coscienza e conoscenza del vino stesso, una sorta di “laboratorio a cielo aperto” ove da quattordici secoli si lavora nel segno di valori mai in voga come oggi.

Di fatto è una zona difficile da comprendere e decifrare. Già solo guardando la cartina ci si rende conto di quanto sia frastagliata questa zona e poi di quanta storia si respiri fra le sue strade. Storia di oltre 2000 anni dall’epoca dei romani.

La Borgogna è fra le aree di produzione vinicola del mondo quella che viene ricordata per la classe ed eleganza dei suoi vini. E’ la terra della passione, del piccolo produttore dei vini rari e preziosi.

La qualità dei vini della Côte-d’Or è figlia della storia, della tradizione, del rispetto del territorio e della sostenibilità ambientale, di non-interventismo enologico, di norme rigidissime, di vincoli produttivi severissimi, ma soprattutto della competenza di alcuni produttori, dello straordinario savoir-faire di vigna e dell’importanza della longevità e della pazienza. “Borgogna” è sinonimo di vocazione, territorialità, classe, sobrietà, eleganza, bevibilità e freschezza, ma anche tensione, persistenza, mineralità ed energia.

In Borgogna si bevono spesso vini memorabili, ma talora si può anche bere molto male. Bisogna conoscere. Certo che quando si bevono quelli giusti i vini sono grandi davvero, spesso sono terreni pieni di pietre che ci regalano vini turgidi, tesi, minerali, anche oltre le nostre aspettative.

Le uve principalmente coltivate in Borgogna sono lo Chardonnay e il Pinot Nero, a queste si aggiungono l’Aligoté – un’uva bianca principalmente utilizzata nel Mâconnais per vini di largo consumo e talvolta presente negli spumanti Crémant de Bourgogne – e il Gamay, la celebre uva rossa con cui si producono i vini di Beaujolais.

La Borgogna è fra le regioni vinicole più complesse ed esaltanti del mondo dove l’andamento stagionale del clima è solamente uno dei tanti fattori che regolano la produzione dei suoi sontuosi vini.

La zona più importante è quella della Côte d’Or, divisa a sua volta in Côte de Beaune (principalmente vocata per i grandi bianchi) e in Côte de Nuits (principalmente vocata per i grandi rossi).

Più a Sud fa parte della Borgogna anche tutta la zona di Macon e Chalon che danno vita alla Côte Maconnais (i più importanti sono i vini bianchi a base Chardonnay) e Chalonnaise (vengono prodotti Pinot Noir, Chardonnay, Aligotè e Gamay).

A nord invece è molto importante la zona di Chablis, che dà vita a vini a base Chardonnay più acidi e dalla spiccata mineralità.

Fa parte della cosiddetta grande Borgogna anche tutta la zona del Beaujolais, terra dei Morgon a base Gamay.

La Borgogna è costellata di Domaine che non vanno confusi con celebri Château di Bordeaux.

Se l’enologia della Borgogna è oggi diventata grande grazie al concetto delle diversità dei vari luoghi, il merito va certamente riconosciuto al meticoloso e preziosissimo lavoro dei monaci Benedettini e Cistercensi svolto nel Medio Evo. I monaci studiarono le caratteristiche dei vini prodotti nei vari vigneti e nei vari luoghi stabilendo i confini di quelli che ancora oggi sono considerati i tipici “climat” della Borgogna, piccoli vigneti le cui caratteristiche sono fortemente influenzate dalle locali condizioni micro climatiche e del suolo.

Per citare alcuni dei vini rari e spettacolari, prodotti da aziende delle quali bastano i nomi a far passare un brivido sulla schiena: Domaine de la Romanée-Conti, Domaine des Lambrays, Comte Lafon, De Montille, Mugnier, Prieuré-Roch, Lignier, Comte Armand, Paul Pillot, Henri Gouges, Liger-Belair, Domaine de la Vougeraie, Etienne Sauzet, Dujac, Château de la Tour, Groffier, Anne Gros, Perrot-Minot, Jean-Yves Bizot, Lamy, Jacques Carillon, Mikulski, Antoine Jobard, Clavelier, Chevillon, Sirugue, Colin-Morey, Raphet, Giroud, Arlaud, Tessier, Mortet, Bruno Clair, Trapet.

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