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La cuvée Connivence di Armand Heitz

Quando con Armand Heitz abbiamo parlato di “Connivence”, ho percepito un progetto molto intimo e profondo che ho desiderato subito conoscerlo da vicino.
L’idea della cuvée Connivence nasce dal desiderio di condividere un comune amore per la terra e per il buon vino. È con questa visione che è stata creata l’etichetta, con due viti intrecciate in una sola, che rappresenta l’alleanza di due produttori di vino che si uniscono per creare questa speciale cuvée.

Si legge nelle schede di Armand Heitz – e lo riporto letteralmente per condividere ogni singola e importante parola della descrizione di questo progetto enologico – “storia e tradizione, Connivence: intelligenza con qualcuno, comprensione segreta; convergenza nelle intenzioni e nell’azione. Questa complicità è nata dalla complicità di due amanti della loro terra. Simboleggia l’amicizia e la condivisione. Questo legame di amicizia si riflette nella gola, delicatezza e poesia dei loro due frutti. Lo spirito di ogni vignaiolo è lì”.
In tutta semplicità, queste annate vogliono evidenziare un’amicizia, una condivisione che si tramutano in desiderio, delicatezza e persino poesia.
Questa idea ci riporta anche all’ambizione di Armand Heitz di fare le cose in modo diverso, sia attraverso una filosofia di lavorare con la natura, ma anche attraverso la concezione di un vino unico e originale, proponendo l’idea della condivisione sia nella sua creazione che nella sua degustazione.

L’annata della prima cuvée Connivence è realizzata nel 2017 con Alex Foillard, un enologo del Beaujolais, e presente sui cru Brouilly e Côte de Brouilly. Questa annata unisce la freschezza del Gamay e la complessità del Pinot Nero. È composto per il 50% di ogni vitigno. Il Gamay proviene dalla coltivazione di Alex Foillard su appezzamenti del villaggio di Beaujolais a Morgon, e le uve di pinot nero provengono dalle nostre viti.
Perché collegare la Borgogna e il Beaujolais? Perché Armand Heitz ha sempre amato i vini del Beaujolais, e questa è stata l’occasione di fare un primo passo verso Gamay e una cultura senza zolfo prima di avviare la tenuta a Juliénas.
Oggi, la tenuta produce ancora una cuvée che unisce Gamay e Pinot Nero, ma con uve esclusivamente dei vigneti situati in Borgogna e Beaujolais.

L’avventura Connivence continua poi nel 2018, questa volta con un vino bianco e in collaborazione con Aurélien Febvre, viticoltore di Thorey-sous-Charny con denominazione IGP Côteaux de l’Auxois. Questa cuvée 100% Chardonnay in purezza è composta per il 50% da uve dei vigneti Armand Heitz e per il 50% dalla tenuta di Aurélien Febvre.
Anche se situate nello stesso dipartimento, le uve del Côteaux de l’Auxois vengono raccolte circa tre settimane dopo quelle della Côte de Beaune, il che dimostra che l’ambiente in cui si sviluppano le uve gioca un ruolo fondamentale nell’elaborazione del vino, anche con lo stesso vitigno.
L’idea della vendemmia 2018 della cuvée Connivence era quindi quella di lavorare e di far scoprire lo Chardonnay in un’altra forma, attraverso la singolare espressione di ogni terroir all’interno della stessa bottiglia.
La scelta di collaborare con Aurélien Febvre è stata quindi naturale. Come pilastro del metodo Geophile, che mira, tra le altre cose, a portare equilibrio al suolo per le viti e a promuovere la buona salute delle piante, Aurélien Febvre è un enologo con cui Armand Heitz condivide molti valori e con cui hanno voluto collaborare.

Si arriva poi alla più recente creazione, la Connivence 2019, cuvée a base 100% Gamay con metà delle uve provenienti dai vigneti dello Château du Moulin-à-Vent e l’altra metà del Domaine Armand Heitz. 
La scelta di collaborare con questo produttore che vanta 500 anni di storia è stata vincente, essendo i vini dello Château du Moulin-à-Vent divenuti una referenza incontestabile della sua denominazione. Vini straordinari vinificati tradizionalmente, che presentano un buon potenziale di invecchiamento, quindi da non confondere con il più noto Beaujolais Nouveau.
Un Gamay 100% ci regala alla vista un colore rubino e porpora di bella consistenza e spessore. Il frutto, rosso croccante è seguito da una sfumatura minerale e ferrosa, erbaceo che rammenta i profumi dell’erba che vengono trasportati dal vento in questa zona. Palato dominato da parte fresca, svela una parte carnosa ben integrata in sorso succoso con un bel finale di liquirizia e minerale.
Il risultato di Connivence 2019 è un vino generoso, fine ed elegante, un’opportunità unica per riscoprire il Gamay in modo diverso.

Storia e origini di Armand Heitz

In origine il Domaine Heitz-Lochardet prende il via nel 1857 con la famiglia Nie-Vantey, proprietaria di molti vigneti da Santenay a Clos de Vougeot. Dopo la fillossera, molti dei vigneti furono venduti, ma i migliori vigneti della Côte de Beaune furono conservati in famiglia da Georges Lochardet. Due generazioni dopo, Brigitte Lochardet sposò Christian Heitz e la sua quota di vigneti di famiglia, 5 ettari, divenne Heitz-Lochardet, che Brigitte coltivò con metodo biologico.
Per 25 anni Brigitte Lochardet ha conferito la totalità delle sue uve alla Maison Joseph Drouhin. 
Armand Heitz, la generazione successiva, ha completato i suoi studi di enologia nel 2011, ha iniziato a recuperare i vigneti di sua madre e li ha convertiti attraverso pratiche biodinamiche complete ed ha completato la sua prima vendemmia nell’annata 2013, guidato dalla consulenza dell’enologo Ludovic Pierrot che ha trascorso otto anni nel leggendario Domaine Leflaive, lavorando al fianco di Anne-Claude Leflaive, la matriarca della biodinamica nella Cote d’Or. Ludovic assiste attivamente Armand nel suo piano di portare in produzione i suoi 5 ettari di vigneti in tre fasi. Ha realizzato cinque vini nel 2013, un totale di otto vini nel 2014 e porterà gli ultimi due vigneti in bottiglia nel 2015. Le parcelle prodotte da Heitz-Lochardet sono Pommard, Volnay, Chassagne-Montrachet, Meursault e Chevalier-Montrachet Grand Cru oltre ad una piccola quantità di Bourgogne Rouge e Blanc. Tutti i vini di Armand sono fermentazioni a grappolo intere perché crede fermamente che l’essenza di un vino deriva dalla totalità della vite. Ogni componente della vite, dalle radici alle foglie, ai gambi, alle bucce e alla polpa, gioca un ruolo importante in un vino vivente.

Ringrazio di cuore Armand Heitz per avermi fatto conoscere Connivence insieme ad altre due etichette della sua tenuta:
Coteaux de l’Auxois 2019
Juliénas 2019

Non dimenticate di navigare il sito di Armand Heitz per maggiori informazioni www.armandheitz.com

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