Prima di iniziare a raccontarvi il Grillo e gli altri vini siciliani facciamo un’introduzione alla DOC Sicilia.
Nella ricca storia della regione Sicilia, la coltivazione della vite gioca da sempre un ruolo di primo piano. Si ritiene, infatti, che la vite e la vinificazione siano state introdotte in Sicilia dai Fenici, abili mercanti e navigatori, tra l’VIII e il VII secolo a.C., anche se molto probabilmente ancor prima era possibile trovare la vite in forma selvatica. Come dimostrano alcuni reperti archeologici di anfore, brocche, coppe e altre ceramiche usate per il trasporto, ai Fenici si deve anche la prima commercializzazione del vino (e dell’olio) siciliano nel Mediterraneo.
È in questo scenario, in cui la coltivazione della vite ha sin da epoche antichissime influito sulle tradizioni e sullosviluppo delle popolazioni, che il Consorzio di tutela vini Sicilia DOC prende vita, con l’obiettivo di rappresentare il vino del territorio siciliano, valorizzando e promuovendo la denominazione DOC Sicilia.
La Denominazione di Origine Controllata Sicilia viene ufficialmente riconosciuta il 22 novembre 2011 con Decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che ne approva allo stesso tempo anche il relativo disciplinare di produzione. Come stabilito nel Disciplinare, la zona di produzione delle uve destinate alla produzione dei vini a Denominazione di Origine Controllata “Sicilia” comprende l’intero territorio amministrativo della Regione Sicilia.
L’anno seguente, il 2012, segna l’anno di fondazione del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia: i viticoltori, vinificatori e imbottigliatori promotori del riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata, decidono di fondare il Consorzio, una realtà che non solo possa dare loro una voce, ma che riesca concretamente a valorizzare e salvaguardare la produzione vinicola dell’isola. Il Consorzio viene formato con uno scopo ben preciso: tutelare, promuovere, valorizzare, informare il consumatore e curare gli interessi generali della DOC “Sicilia”.
“Il vigneto siciliano è il più grande d’Italia. È tre volte il vigneto della Nuova Zelanda. È più grande del sudafricano e in Europa è grande tanto quanto l’intero vigneto tedesco”
La Sicilia è davvero un mosaico di territori da nord a sud. In generale, è possibile riconoscere la parte settentrionale, prevalentemente montuosa, quella centro meridionale e sud-occidentale, collinare; quella tipica di altopiano, presente nella zona sudorientale e quella vulcanica nella Sicilia orientale. Le zone pianeggianti, infine, si concentrano maggiormente nelle aree costiere.
Grazie alle sue diversità morfologiche e caratteristiche climatiche e ampelografiche uniche, la coltivazione della vite riguarda tutte le zone del territorio siciliano che è diventato patria di vini celebri in tutto il mondo. Oggi, nell’isola vengono coltivate sia uve autoctone che varietà internazionali. I terreni dedicati alla coltivazione della vite presentano una diversa morfologia ed una struttura particolarmente articolata, a causa anche delle profonde evoluzioni geologiche e tettoniche che hanno interessato l’isola.